martedì 26 marzo 2013

Etichetta: olio od oleolito, questo è il dilemma...

Per evitare di indurre in errore il consumatore (questo essere fantomatico che altro non siamo noi quando acquistiamo qualche prodotto), le autorità locali ed internazionali hanno emanato leggi, linee guida, standards e codici. Eppure se con sguardo critico inizi a dare un'occhiata alle etichette ti accorgi che non sempre quello che è riportato è corretto e che questo non capita solo a piccole imprese impreparate ma anche a grandi aziende consolidate.
Cercando di non risultare pignola, riporto quello che ho notato pochi giorni fa. 
Rovistando tra i prodotti di un'erboristeria, mi sono imbattuta in un "Olio di Arnica Montana. Spremitura a freddo". Come è possibile ricavare da semi di Arnica montana un olio? Ho subito pensato. Leggendo meglio l'etichetta noto che si tratta di macerazione in olio di fiori di Arnica, ah allora un oleolito! E perché non darle il nome che le spetterebbe. 
Se leggo sul Codex Alimentarius (insieme di standard e codici sviluppati da FAO e WHO per la salvaguardia della salute e la garanzia di un commercio internazionale armonico), la definizione di olio è ben chiara e non contempla le macerazioni oleose di parti di pianta.
Inoltre, spremitura a freddo mi rimanda all'odore della sansa nei frantoi laziali dopo spremitura dei frutti dell'olivo, come può questo termine essere usato per indicare la separazione dei fiori dal solvente oleoso? Non sarebbe stato meglio dire "con olio ottenuto da spremitura a freddo"? 
Tralasciando la qualità del prodotto, che probabilmente sarà ottima, mi soffermo sull'etichetta. A quanto pare l'intera azione sembra indurre il consumatore ad acquistare un prodotto su supposte qualità superiori che banalizzano le reali proprietà della pianta, enfatizzandone altre. 
E' un gioco di definizioni, forse, nulla più! Ma gran parte della legislazione in materia di etichettatura dei prodotti alimentari e cosmetici è volta a garantire che nelle etichette non siano impiegate diciture, denominazioni, marchi, immagini o altri segni, figurativi o meno, «che attribuiscano ai prodotti stessi caratteristiche o funzioni che non possiedono».
Quindi, se sei un'azienda poni regolare attenzione a come presenti i tuoi prodotti; se sei un consumatore affidati a prodotti che fanno delle informazioni riportate in etichetta un'attestazione ulteriore della qualità del loro lavoro.

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