venerdì 27 marzo 2015

Le famose microparticelle pulenti...

Prendo spunto da un articolo letto e mi accorgo che c'è tutto un movimento che da diverso tempo sta cercando di imporre la messa a bando dei cosiddetti microbeads.
Secondo la Cosmetics Europe, ovvero l'associazione europea dell'industria cosmetica, i microbeads sono particelle sintetiche inalterate di polietilene, non biodegradabili, di plastica solida, aventi dimensioni maggiori di 50 micron e minori di 5 mm, usate in prodotti cosmetici rinse-off (che si risciacquano) per la detersione e l'esfoliazione; in parole povere piccoli granelli di plastica con effetto esfoliante che forse potrai trovare nel tuo dentifricio o scrub preferito.
Il problema da cui scaturisce la richiesta di messa al bando non nasce tanto da un'esigenza puramente di salvaguardia della salute dell'uomo (anche se non sono trascurati gli effetti tossici e cancerogeni di additivi chimici presenti nella plastica oltre che i fenomeni di magnificazione biologica e bioaccumulo di sostanza tossiche lungo la catena alimentare), ma in primo luogo da un discorso di inquinamento ambientale. Gli oceani, la più grande discarica a cielo aperto, sono continuamente arricchiti di plastiche provenienti dalle fonti più disparate. La questione ora è se continuare a introdurre plastica proveniente dai cosmetici oppure vietarne definitivamente l'utilizzo e sostituire i microbeads con granuli di origine vegetale e, soprattutto, biodegradabili. 
Il fenomeno non può essere arrestato se non attraverso la messa a bando degli stessi microbeads, questo perchè dagli scrub, dentifrici o bagnoschiuma con microparticelle, i microbeads finiscono in mare in quanto troppo piccoli e non trattenuti dai filtri dei depuratori. Qui la concentrazione sta pian piano aumentando e le microparticelle sono ormai ubiquitarie. Alla fine del ciclo, l'ingestione delle microparticelle da parte di plancton, molluschi e pesce ce li riconsegna questa volta sotto forma di un piatto prelibato! 
Già molti Stati e importanti imprese cosmetiche hanno stabilito (o scelto) di vietare l'impiego dei microbeads; mentre in Europa siamo in attesa di un parere definitivo della Commissione che probabilmente si allineerà alla messa la bando.
Spesso i microbeads o anche altre plastiche che troviamo nei cosmetici non hanno motivo di esserci se non per un puro senso estetico e di gradevolezza del prodotto; ma credo anche che nella formulazione di un prodotto bisognerebbe ridefinire questi elementi alla luce di un discorso olistico, più ampio e più lungo termine, in altre parole sostenibile!

Piccola nota: l'INCI delle microparticelle, che trovi nella lista degli ingredienti di un cosmetico, è Polyethylene.